La realtà italiana delle startup innovative
Nascono da un’idea, sono giovani, caratterizzate da un forte contenuto tecnologico e hanno un potenziale di replicabilità notevole: sono le startup innovative, che con i loro business model mirano ad incentivare la ricerca e l’occupazione giovanile, nonché ad incrementare l’imprenditoria del Paese.
Le misure di sostegno per le startup innovative
A partire dal 2012, con il Dl 179/2012 – convertito poi in legge 17 dicembre 2012, n. 221 – sono stati introdotti alcuni criteri per sostenere questa tipologia d’impresa, in modo da supportare le startup innovative durante il loro ciclo di vita, dalla nascita alla crescita sino alla maturità.
Le startup godono di particolari benefici per una durata di 5 anni dalla costituzione. Oltre tale termine, esse possono trasformarsi in PMI innovative, senza perdere le molteplici agevolazioni di cui abbiamo parlatonel precedente articolo” Quali sono le agevolazioni per le start up innovative?”
Qual è la realtà delle startup innovative in Italia?
Ad oggi si contano oltre 12.000 startup registrate, di cui il 14% è caratterizzato da una forte innovazione tecnologica in ambito energetico, così come richiesto dalla necessità di fronteggiare i cambiamenti climatici in atto. Il 78% fornisce servizi alle imprese (con un buon 46% costituito da produzione di software e servizi d’informazione), il 17% opera nel settore dell’industria e il 3,3% nel commercio.
Le regioni italiane che vantano il maggior numero di startup sono: la Lombardia, con le provincie di Milano, Bergamo, Brescia, Monza-Brianza e Varese (che ne conta 3.309, ben 33 ogni 100 mila abitanti), seguita dal Trentino-Alto Adige (con 27,7 startup ogni 100 mila abitanti), Molise (26), Lazio (24,4) e Marche (23,5). Sono invece meno “virtuose” Puglia (13,6 ogni 100 mila abitanti), Calabria (13,5), Liguria (13,4) e Sicilia (con 12 imprese ogni 100 mila abitanti), che precedono la Sardegna (10,4).
Per quanto riguarda il valore tecnologico e la produzione di beni e servizi energetici ecosostenibili è Il Trentino-Alto Adige la regione con la percentuale più alta di startup innovative (24%), seguito da Umbria (22%) e Campania (20%). Non superano il 12% invece, Lombardia, Lazio e Sardegna.
Capitali e valore della produzione delle startup innovative
Assodato che la crescita delle startup con carattere innovativo è continua, è pur vero che si tratta di realtà di piccole dimensioni: circa il 60,4% ha un valore della produzione inferiore a 100 mila euro e un buon 90% non va oltre i 500 mila euro. Numeri degni nota sono anche quelli relativi all’occupazione italiana nel settore delle startup innovative: a fine 2019 la relazione del Mise contava circa 61.500 posti di lavoro (compresi i soci); oggi si stima un numero che supera i 75.000 occupati.
Per quanto riguarda i capitali investiti, invece, l’86% si è avvalso di importi che non superano i 50 mila euro – anche a causa della scarsa cultura imprenditoriale italiana in tema di venture capital – oltre alla scarsa considerazione da parte delle economie internazionali.
Per fortuna, una spinta positiva viene data dall’equity crowdfunding, la raccolta di capitale di rischio attraverso Internet, che a giugno del 2021 ha toccato l’importo di oltre 158 milioni di euro.
Oltre ad augurarci che qualcosa cambi per gli investimenti, però, speriamo che anche la politica agevoli lo sviluppo di queste realtà innovative ed occupazionali.